mercoledì 30 settembre 2009

Passi da gigante

Qualche informazione, sospirata, sulle evoluzioni di Sinistra e libertà... Sinistra e libertà Ecologia, per la precisione. Ma andiamo con ordine:
Sinistra e libertà è un soggetto politico. Ormai a tutti gli effetti. Le riserve, i tentennamenti, le prudenze ce le siamo lasciate tutte alle spalle. La gestazione, lunga come necessariamente deve essere la gestazione di un soggetto politico nuovo e ambizioso, è arrivata al dunque.
Dopo le elezioni regionali, Sinistra e libertà Ecologia (scompaiono dal simbolo i simboli in basso, sostituiti dalla parola ecologia) andrà a congresso fondativo.



Nel frattempo?
Partirà da settimana prossima, diciamo per sicurezza da Sabato 17 Ottobre, la campagna da adesione. Aderire al progetto Sinistra e libertà significa sostenere la costruzione del soggetto politico ed avere pieno titolo al dibattito e alle decisioni che si prenderanno ad ogni livello. A Milano, nel fine settimana del 17 Ottobre, si terranno banchetti, gazebo, incontri pubblici, che daranno il via alle adesioni. Seguiteci o contattateci, cercheremo di informare puntualmente sul come e dove aderire a Sinistra e libertà. Naturalmente, alla cena di sabato 3 Ottobre, inzieremo a raccogliere le adesioni.
Entro dicembre, a Milano si terrà una convenzione costituente di Sinsitra e libertà, dove titolari di decisione su coordinamenti, coordinatori, contenuti politici eccetera saranno tutti gli aderenti a sinistra e libertà Ecologia.
Ultima infomrazione provinciale, si costituiranno dalla prossima settimana, dei gruppi di lavoro a tema, che affrontaranno nodi quali: le politiche del territorio, l'organizzazione e i temi della scuola. Saranno gruppi di lavoro aperti a tutti coloro che intenderanno parteciparvi e saranno l'ambito deputato a prendere le posizioni e ad elaborare il programma di Sinistra e libertà provinciale.

E le elezioni regionali? E' deciso che sinistra e libertà Ecologia parteciperà alle prossime regionali con questo simbolo, in tutte le regioni italiane, poichè è deciso ormai che non ci sono più volontà nei singoli soggetti di presentarsi divisi. Quindi anche in Lombardia, Sinistra e libertà Ecologia si presenterà in questa forma. E' prevista una prima assemblea regionale che discuterà di alcuni temi e degli scenari per le prossime settimane. Vi terremo informati.

E la nostra zona? Sabato prossimo partiremo con il raccogliere le prime adesioni. Faremo iniziative nelle prossime settimane, sia su temi, sia di adesione. Potremo incontrarci, incrociarci, condividere... insomma, potremo nuovamente camminare inseime per affrontare questa nuova sfida: Rilanciare la Sinistra in Italia. Ne abbiamo sempre più bisogno.

domenica 27 settembre 2009

Famolo strano?

Stamattina ho letto L'Altro. Non lo faccio sempre, ma ogni tanto sì. Però stavolta ho trovato interessante la polemica tra Sansonetti e due redattori (la trovate qui http://altronline.it/giornalenero#comments) su che cosa deve essere il quotidiano. D'accordo, più che una polemica è una rissa, ma tant'è.
Però mi ha fatto venire in mente un editoriale (http://www.wired.it/magazine/archivio/2009/08/login/login-l-editoriale-di-riccardo-luna.aspx) che ho letto qualche giorno fa su Wired, una rivista che con la sinistra non c'azzecca un granché. Epperò a me, non so bene perché, mi sembra più di sinistra di tante altre.

Premetto: non ci lavoro, non collaboro con loro, non sto facendo pubblicità. Però mi piace: trovo un senso di curiosità, di voglia di indagare sulle cose, che non si trova nella sinistra italiana. Non soltanto sui suoi giornali. È un po' come se i giornali che la gente di sinistra riesce a fare sono lo specchio di quello che è. Ci si può trovare il suo modo di pensare e di vivere. E leggendo un passaggio di Sansonetti: «Non abbiamo fatto questo giornale per tirar su una bandiera. Per chiedere e proporre e impugnare una nuova appartenenza. Ci sono tanti giornali di sinistra che questo lavoro lo fanno benissimo, molto meglio di noi, che esercitano in modo eccellente la funzione, rispettabilissima, di vessilli. Non c'era bisogno davvero di fare un altro giornale se l'obiettivo era quello» ho capito, no forse è troppo: ho "intuito" perché i giornali di sinistra sono noiosi e una rivista come wired non lo è. Nemmeno quando affronta temi che non mi interessano.

Ora, qualcuno dirà: sì, vabbé, ma che c'entra questo con la nostra zona? Non lo so bene, però qualcosa c'entra. Perché se la nostra difficoltà nel rivolgersi all'esterno è legata al fatto che non sappiamo bene che cosa c'è la fuori, magari a sommi capitoli sì, ma non fino in fondo, allora bisognerà attivare la modalità "curiosi", prima di mettersi a fare iniziative per portare all'esterno qualche contenuto. Meglio sarebbe fare entrambe le cose insieme. La butto lì: Luca l'altra volta parlava del tema della scuola. Riusciamo a fare un qualcosa con gli studenti che ci permetta di capire cosa pensano e nel contempo fare un lavoro politico assieme a loro? Io non riesco più a entrare nella testa di un 16enne, non ce la faccio fisicamente. Però vorrei smetterla di leggere saggi e pipponi sul nichilismo giovanile, sulle loro passioni tristi, sul no-futur ecc ecc. Alla fin fine, leggi e leggi, ma anche se capisci qualcosa, non cambia nulla.

E anche quando ci sono movimenti della madonna, come quelli che abbiamo visita negli ultimi 10 anni, che sembravano voler spaccare il mondo in due, poi finisce che non cambia una virgola. Perché in Francia scoppia un vero e proprio macello, nelle Banlieue, ma poi il voto non cambia? Anzi forse peggiora. E che dire dell'Onda? Di esempio così se ne possono fare a mazzi. Insomma, se ti sbatti sbatti e non si produce nessun cambiamento, forse c'è qualche cosa che non funziona. Proviamo a farlo in modo diverso? Famolo strano?
Massimo

domenica 20 settembre 2009

DOCUMENTO FINALE ASSEMBLEA DI BAGNOLI

E’ costituito il coordinamento nazionale di Sinistra e libertà, composto da membri in rappresentanza dei partiti fondatori e delle tante elettrici e dei tanti elettori non iscritti ad alcun partito o movimento.

Il coordinamento e composto da: Daniela Brancati, Paolo Cento, Gim Cassano, Lisa Clark, Marco Di Lello, Claudio Fava, Grazia Francescato, Umberto Guidoni, Gianni Mattioli, Gennaro Migliore, Riccardo Nencini, Mauro Palma, Michele Ragosta, Luca Robotti, Simonetta Salacone, Giuliana Sgrena, Nichi Vendola, Alessandro Zan.

All’interno del coordinamento verranno conferiti incarichi di lavoro.

Entro il 15 ottobre dovranno essere costituiti i coordinamenti regionali di Sinistra e Libertà, che potranno avere fino ad un massimo di 11 membri e scelti con gli stessi criteri.

Al fine di sostenere l’azione politica di Sinistra e Libertà, viene istituita una specifica carta di adesione del costo di 10 Euro per i giovani fino a 18 anni e 30 Euro per tutti gli altri.

Vengono istituiti 2 gruppi di lavoro (uno sul programma e l’altro su regole e partecipazione) e forum tematici inerenti le campagne già varate.

La partecipazione ai forum è libera e individuale.

I gruppi di lavoro sono costituiti da 60 membri ciascuno.

Nel mese di dicembre si terrà la Conferenza programmatica di Sinistra e Libertà.

E’ stata assunta la proposta di inserire il termine “ECOLOGIA”, in luogo dei tre simboli attualmente presenti nel semicerchio inferiore, nel simbolo di Sinistra e Libertà.

Tutte queste decisioni saranno sottoposte a verifica nella prossima conferenza programmatica di dicembre.

All’indomani delle prossime elezioni regionali si terrà il congresso fondativo di Sinistra e Libertà.



Ulteriori info su www.sinistraeliberta.it

giovedì 17 settembre 2009

Afghanistan... il cordoglio non ci farà tacere

Di fronte alle notizie drammatiche che ci sono arrivate dall’Afghanistan non possiamo che esprimere, come prima cosa, il nostro cordoglio per la morte dei militari italiani caduti nel conflitto.
Un cordoglio autentico e profondo e una vicinanza di affetto alle famiglie così duramente colpite.

L’attentato suicida, avvenuto sulla strada dell’aeroporto di Kabul, ha provocato la morte di sei paracadutisti della Folgore e ne ha ferito altri quattro. Altre 10 vittime afgane accanto agli italiani.

Un disastro, insomma, un lutto gravissimo per il nostro Paese. Ma non siamo affatto disposti ad accettare la logica perversa del tacere di fronte al lutto nazionale: logica che sempre viene invocata in questi casi e sempre ha permesso, in occasioni di incidenti alle nostre truppe, di stendere veli pietosi e smemoratezze colpevoli sulla guerra di Kabul (come su altre guerre in verità) e le sue motivazioni.

“Siamo là per la libertà”, ha subito recitato da copione il premier Berlusconi, che di libertà conosce solo quella di despoti e monopolisti come lui. Siamo là invece al seguito di una guerra insensata, che il presidente Bush mise in campo otto anni fa e che non ha prodotto altro che disastri dopo disastri, con civili afgani uccisi di continuo e penose messe in scene di mimetica di democrazia elettorale. che dovrebbero suscitare soltanto sdegno e preoccupazione per l’involuzione politica che producono in quell’area strategica per il mondo. Siamo là al servizio di calcoli di influenza geopolitica che il Pentagono e la Casa Bianca elaborarono prima e dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Siamo là per la pretesa di troppi gruppi dirigenti italiani di farsi belli di fronte all’opinione pubblica occidentale per via militare.

La missione italiana in Afghanistan ha perso qualsiasi camuffamento da missione di nation building e peace keeping. Anche i nostri stanno sul campo per fare la guerra. Ci stanno perché fanno quello che il potere politico e le istituzioni preposte chiedono loro. Perché un governo irresponsabile e un Parlamento incapace di far rispettare almeno i suoi mandati si ostinano nell’insensatezza di una guerra senza Costituzione.

Noi chiediamo un atto immediato da parte del governo perché cessi la nostra partecipazione alla guerra e i soldati italiani vengano richiamati.

E ci aspettiamo che qualcuno in Parlamento batta un colpo.

Che si facciano finalmente i conti con la realtà.

lunedì 7 settembre 2009

APPELLO CAMBIAMO SINISTRA E LIBERTA'

Siamo compagne e compagni che provengono da esperienze e pratiche politiche diverse ma che si sono incontrati in Sel per costruire un luogo accogliente capace di fare e pensare in modo rinnovato ed efficace la politica. Ci siamo impegnate/i per avviare il processo costituente per il nuovo soggetto a sinistra, perchè dopo le sconfitte abbiamo bisogno di ripartire, attraversando criticamente le esperienze agite ma determinati a non soccombere né alla inefficacia né al moderatismo. Nel nostro Paese c’è spazio e bisogno di una sinistra nuova. Perciò abbiamo votato e chiesto di votare nelle scorse elezioni per SeL.

Ma, per come è oggi, Sel non è né luogo accogliente né strumento per incidere sulle politiche. Non c’è sostanzialmente alcuna iniziativa né di mobilitazione ( e ce ne sarebbe davvero urgente bisogno solo se pensiamo agli enormi problemi del mondo del lavoro , della scuola, della cultura, dell’ambiente ) né di approfondimento tematico. Se si continua così il progetto muore .

Vediamo emergere sempre di più una contraddizione insopportabile tra l’annuncio di prossime novità e i fatti concreti. Non si fa vivere un soggetto organizzato, magari plurale e diversificato, bensì un assemblaggio di “forze” che pensano e dichiarano per conto proprio trovando reciproca legittimazione in confronti tra stati maggiori.

Perciò riteniamo indispensabile una discontinuità reale che rompa con lo stato continuo di attesa che si alimenta di appuntamenti elettorali piuttosto che di iniziativa politica e con comportamenti autoreferenziali messi in atto finora. Occorre aprire subito con l’assemblea del prossimo 19 settembre una fase partecipata per fondare il soggetto politico.

Per parte nostra nei territori, nelle organizzazioni e/o istituzioni dove agiamo ci impegnamo responsabilmente a realizzare forme e definire contenuti coerenti con il soggetto che è necessario far vivere.

Non utilizziamo lo slogan del partito subito, perché siamo convinti della necessità di avviare una fase densa e propositiva per affermare, nel fare ,il profilo politico culturale di una nuova forza. Ma non tolleriamo più l‘immobilismo e le pratiche burocratiche che si utilizzano nelle scelte operate o le finte partenze come è stato per il seminario del 3 luglio.

Non siamo a chiedere di essere cooptati nei coordinamenti nazionali o territoriali di cui sentiamo parlare.

Semplicemente riteniamo che nessuna cooptazione dall’alto può avere legittimità e utilità sociale.

Solo la pratica partecipativa e democratica può restituire fiducia, speranza e liberare energie e disponibilità al lavoro comune. Altrimenti temiamo un ritorno a casa silenzioso o esodi personali in ambiti diversamente scelti.

Ciò vale innanzitutto per noi. Ma avvertiamo crescere disillusioni e scoramenti anche in altri e altre.

Sentiamo non più procastinabile il tempo dell’azione e del lavoro comune in un intreccio fecondo tra realtà locali e quadro nazionale. Infatti non si tratta di contrapporre il lavoro dal “basso” a quello dall’”alto”, come via salvifica alla mancanza di democrazia e di programma. Serve un intreccio stretto e un progetto comune condiviso. Ciò vale per definire ogni tipo di politica, quella internazionale innanzitutto, ma anche quella da sviluppare sui territori. O si definisce un profilo generale o non ce la facciamo nè a battere le destre né a ricostruire una nuova cultura di sinistra.

L’assemblea del 19 può essere un nuovo inizio. Ma temiamo che nelle cose sia iscritto anche il suo fallimento se prevarranno vecchie logiche di apparato o schemi di federazione o confederazione di partitini.

Noi lavoreremo perché ciò non accada. Ma serve una volontà dichiarata a procedere in modo diverso dall’oggi, il riconoscimento di valore della partecipazione, messa a punto di calendari di lotte (a partire dalla manifestazione per i diritti dei migranti) e di approfondimento sui grandi temi che si presentano non rinviabili considerata la gravità della crisi e delle sue conseguenze sociali, ma anche una discussione larga e partecipata che non rimuova opportunisticamente i temi dell’identità politico-culturale.sin

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Gianna Baresi, Aldo Carra, Dario Danti, Gino De Paolis, Elettra Deiana, Enrico Fontana, Alfonso Gianni, Roberto Giulioli, Simone Leoncini, Mirko Lombardi, Enrico Luciani, Walter Mancini, Francesco Martone, Luigi Nieri, Mauro Palma, Giorgio Parisi, Gianluca Peciola, Maria Cristina Perugia, Nicoletta Pirotta, Bianca Pomeranzi, Dante Pomponi, Bia Sarasini, Patrizia Sentinelli, Massimiliano Smeriglio, Alessandra Tibaldi, Giancarlo Torricelli

PROPOSTA - APPELLO per S&L.

ORDINE DEL GIORNO/APPELLO PROPOSTO DA ALCUNI ASSOCIATI DELLA ZONA 6

A valle dell’iniziativa pubblica di martedì 14/7 (Zona 6 – Circolo Gobetti) vi scriviamo per condividere alcune considerazioni:

Non entriamo nella dialettica fra “partitisti” e “cartellisti” che ci sembra sia in cima ai pensieri di molti compagni: giudichiamo soddisfacente il risultato del 3 luglio, cioè la conferma da parte di tutti gli “affluenti” di SL di voler “correre” alla prossima scadenza elettorale con la stessa “formazione”, cercando da qui alla primavera di far crescere il “soggetto politico”. Ciò detto pensiamo che l’idea di reiterare all’infinito discussioni come quella di martedì non conduca da alcuna parte se non all’irrigidimento di posizioni conflittuali fra una “dirigenza politica” che sembra difendere l’identità di provenienza ed una base “nervosa” che chiede l’unità. Il risultato “già scritto” sarebbe soltanto quello di rivedersi tutti in prossimità delle elezioni regionali per “commercializzare”:

a) un programma raffazzonato, scritto da pochi ed in pochi giorni, e

b) dei candidati “piombati dal cielo”. Riteniamo che solo “il fare” sia l’antidoto al suddetto spiacevole risultato che, ai nostri occhi, significherebbe la morte, non più “prematura”, di SL.

La nostra proposta che, passando dai “massimi sistemi” al pragmatismo, riteniamo sia anche l’unica concretamente percorribile nelle condizioni date è quella di lavorare affinché le Associazioni territoriali per la Sinistra (se vogliamo chiamarle per Sinistra e Libertà) si consolidino, si coordinino (con campagne, iniziative ed attività condotte all’unisono) e che gli i soggetti politici cedano progressivamente sovranità alle stesse.

Il primo punto è quindi quello di creare un coordinamento permanente almeno provinciale delle Associazioni.

Il secondo è quello di decidere che cosa debbano fare le Associazioni da qui alla primavera al di là di “segnare il territorio” dando vita localmente all’attività di “propaganda” pensata dal “nazionale”. Su questo fronte la nostra proposta è quella di concentrarsi, a livello provinciale, per un periodo sufficientemente lungo (dalla ripresa estiva all’autunno inoltrato) su una o due questioni (la lista fra le quali scegliere è potenzialmente lunghissima), dando vita a dei momenti di elaborazione politica sulle macro questioni programmatiche (preferibilmente quelle sulle quali l’unità d’intenti fra gli “azionisti di riferimento” è meno scontata; pensiamo al welfare, alla precarietà, alla riforma pensionistica, al modello di contrattazione ed al fisco).

L’obiettivo dovrebbe essere il concretizzarsi di momenti deliberativi a cui siano invitati tutti coloro che si sentono organici al progetto. Nella sostanza il suggerimento è quello di fare in modo che le cosiddette “primarie delle idee”, di cui si è parlato anche nei documenti rivenienti dall’Assemblea del 3 luglio, non siano dei vaniloqui dei singoli, oppure la ripetizione “trita e ritrita” dei “mantra” che vengono dalla tradizione (e dalla mediazione carica di eufemismi), bensì dei veri momenti di elaborazione politica partecipata ed in quanto tali coordinati da un “centro pensante” in fase istruttoria.

Il terzo è l’invito alla “dirigenza politica” degli “azionisti di riferimento” ad affrontare fin da subito il tema dell’“infrastruttura” del programma regionale ed il nodo delle candidature in modo che fra i mesi di dicembre e gennaio tali indicazioni possano essere rimesse alla valutazione ed alla verifica delle Associazioni territoriali.

Ciao a tutti,

Rigorosamente in ordine alfabetico:

Massimo Bertani, Giovanni di Corato, Filippo Furia, Silvia Nannicini