domenica 27 settembre 2009

Famolo strano?

Stamattina ho letto L'Altro. Non lo faccio sempre, ma ogni tanto sì. Però stavolta ho trovato interessante la polemica tra Sansonetti e due redattori (la trovate qui http://altronline.it/giornalenero#comments) su che cosa deve essere il quotidiano. D'accordo, più che una polemica è una rissa, ma tant'è.
Però mi ha fatto venire in mente un editoriale (http://www.wired.it/magazine/archivio/2009/08/login/login-l-editoriale-di-riccardo-luna.aspx) che ho letto qualche giorno fa su Wired, una rivista che con la sinistra non c'azzecca un granché. Epperò a me, non so bene perché, mi sembra più di sinistra di tante altre.

Premetto: non ci lavoro, non collaboro con loro, non sto facendo pubblicità. Però mi piace: trovo un senso di curiosità, di voglia di indagare sulle cose, che non si trova nella sinistra italiana. Non soltanto sui suoi giornali. È un po' come se i giornali che la gente di sinistra riesce a fare sono lo specchio di quello che è. Ci si può trovare il suo modo di pensare e di vivere. E leggendo un passaggio di Sansonetti: «Non abbiamo fatto questo giornale per tirar su una bandiera. Per chiedere e proporre e impugnare una nuova appartenenza. Ci sono tanti giornali di sinistra che questo lavoro lo fanno benissimo, molto meglio di noi, che esercitano in modo eccellente la funzione, rispettabilissima, di vessilli. Non c'era bisogno davvero di fare un altro giornale se l'obiettivo era quello» ho capito, no forse è troppo: ho "intuito" perché i giornali di sinistra sono noiosi e una rivista come wired non lo è. Nemmeno quando affronta temi che non mi interessano.

Ora, qualcuno dirà: sì, vabbé, ma che c'entra questo con la nostra zona? Non lo so bene, però qualcosa c'entra. Perché se la nostra difficoltà nel rivolgersi all'esterno è legata al fatto che non sappiamo bene che cosa c'è la fuori, magari a sommi capitoli sì, ma non fino in fondo, allora bisognerà attivare la modalità "curiosi", prima di mettersi a fare iniziative per portare all'esterno qualche contenuto. Meglio sarebbe fare entrambe le cose insieme. La butto lì: Luca l'altra volta parlava del tema della scuola. Riusciamo a fare un qualcosa con gli studenti che ci permetta di capire cosa pensano e nel contempo fare un lavoro politico assieme a loro? Io non riesco più a entrare nella testa di un 16enne, non ce la faccio fisicamente. Però vorrei smetterla di leggere saggi e pipponi sul nichilismo giovanile, sulle loro passioni tristi, sul no-futur ecc ecc. Alla fin fine, leggi e leggi, ma anche se capisci qualcosa, non cambia nulla.

E anche quando ci sono movimenti della madonna, come quelli che abbiamo visita negli ultimi 10 anni, che sembravano voler spaccare il mondo in due, poi finisce che non cambia una virgola. Perché in Francia scoppia un vero e proprio macello, nelle Banlieue, ma poi il voto non cambia? Anzi forse peggiora. E che dire dell'Onda? Di esempio così se ne possono fare a mazzi. Insomma, se ti sbatti sbatti e non si produce nessun cambiamento, forse c'è qualche cosa che non funziona. Proviamo a farlo in modo diverso? Famolo strano?
Massimo

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