lunedì 7 settembre 2009

PROPOSTA - APPELLO per S&L.

ORDINE DEL GIORNO/APPELLO PROPOSTO DA ALCUNI ASSOCIATI DELLA ZONA 6

A valle dell’iniziativa pubblica di martedì 14/7 (Zona 6 – Circolo Gobetti) vi scriviamo per condividere alcune considerazioni:

Non entriamo nella dialettica fra “partitisti” e “cartellisti” che ci sembra sia in cima ai pensieri di molti compagni: giudichiamo soddisfacente il risultato del 3 luglio, cioè la conferma da parte di tutti gli “affluenti” di SL di voler “correre” alla prossima scadenza elettorale con la stessa “formazione”, cercando da qui alla primavera di far crescere il “soggetto politico”. Ciò detto pensiamo che l’idea di reiterare all’infinito discussioni come quella di martedì non conduca da alcuna parte se non all’irrigidimento di posizioni conflittuali fra una “dirigenza politica” che sembra difendere l’identità di provenienza ed una base “nervosa” che chiede l’unità. Il risultato “già scritto” sarebbe soltanto quello di rivedersi tutti in prossimità delle elezioni regionali per “commercializzare”:

a) un programma raffazzonato, scritto da pochi ed in pochi giorni, e

b) dei candidati “piombati dal cielo”. Riteniamo che solo “il fare” sia l’antidoto al suddetto spiacevole risultato che, ai nostri occhi, significherebbe la morte, non più “prematura”, di SL.

La nostra proposta che, passando dai “massimi sistemi” al pragmatismo, riteniamo sia anche l’unica concretamente percorribile nelle condizioni date è quella di lavorare affinché le Associazioni territoriali per la Sinistra (se vogliamo chiamarle per Sinistra e Libertà) si consolidino, si coordinino (con campagne, iniziative ed attività condotte all’unisono) e che gli i soggetti politici cedano progressivamente sovranità alle stesse.

Il primo punto è quindi quello di creare un coordinamento permanente almeno provinciale delle Associazioni.

Il secondo è quello di decidere che cosa debbano fare le Associazioni da qui alla primavera al di là di “segnare il territorio” dando vita localmente all’attività di “propaganda” pensata dal “nazionale”. Su questo fronte la nostra proposta è quella di concentrarsi, a livello provinciale, per un periodo sufficientemente lungo (dalla ripresa estiva all’autunno inoltrato) su una o due questioni (la lista fra le quali scegliere è potenzialmente lunghissima), dando vita a dei momenti di elaborazione politica sulle macro questioni programmatiche (preferibilmente quelle sulle quali l’unità d’intenti fra gli “azionisti di riferimento” è meno scontata; pensiamo al welfare, alla precarietà, alla riforma pensionistica, al modello di contrattazione ed al fisco).

L’obiettivo dovrebbe essere il concretizzarsi di momenti deliberativi a cui siano invitati tutti coloro che si sentono organici al progetto. Nella sostanza il suggerimento è quello di fare in modo che le cosiddette “primarie delle idee”, di cui si è parlato anche nei documenti rivenienti dall’Assemblea del 3 luglio, non siano dei vaniloqui dei singoli, oppure la ripetizione “trita e ritrita” dei “mantra” che vengono dalla tradizione (e dalla mediazione carica di eufemismi), bensì dei veri momenti di elaborazione politica partecipata ed in quanto tali coordinati da un “centro pensante” in fase istruttoria.

Il terzo è l’invito alla “dirigenza politica” degli “azionisti di riferimento” ad affrontare fin da subito il tema dell’“infrastruttura” del programma regionale ed il nodo delle candidature in modo che fra i mesi di dicembre e gennaio tali indicazioni possano essere rimesse alla valutazione ed alla verifica delle Associazioni territoriali.

Ciao a tutti,

Rigorosamente in ordine alfabetico:

Massimo Bertani, Giovanni di Corato, Filippo Furia, Silvia Nannicini

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